Interventi Educativi #2-2021 - Lettera ai lettori

Interventi Educativi 2-2021

Gentili lettori, gentili lettrici,

Non so se si regalano ancora diari con almeno 365 pagine affinché già a partire dall’età in cui si comincia a scrivere fino a quella in cui si deposita ogni tipo di penna per avvenuta senile debolezza visiva si cominci a tener dietro ai giorni. Certo è che scrivere ogni giorno qualcosa del proprio stare nel quotidiano forse aiutava e aiuta a fermare, anche illusoriamente, il tempo coltivando memoria di sé, degli altri e del proprio ambiente di vita. Memoria che era ed è conferma di integrazione delle proprie esperienze lungo il corso del tempo dando la possibilità, pur attraverso i mutamenti, di avvertirsi unitari e presenti; presenti cercando di contenere le istanze, le tensioni e le tentazioni di assenza, di disintegrazione e di disorientamento che gli avvenimenti propri, degli altri e del mondo alimentano. Quindi scrivere, anche del banale* di ogni giorno, cura la nostra identità restituendola al necessario colloquio con un Io riflessivo e attivo nel presente, costruendo con la scrittura un passato poi ricostruibile e predisponendo a un futuro possibile perché appoggiato su un presente almeno trattato alla luce dei pensieri che corrono mentre si scrive. Forse è per evitare poi la ricerca di un tempo perduto? Forse si scrive per non perdere il molto che nonostante tutto perdiamo del fare (o agitarsi, a volte?) quotidiano anche per affrontare una solo giornata?

Questa volta più che solo a leggere, Vi lascio un invito a scrivere.

Francesco Caggio


* Banale? Anche solo su una andata al super mercato qualcuno potrebbe scrivere un saggio antropo/sociologico o un romanzo; e non si parla tutto il giorno di cose banali?